In un mercato sempre in fermento che ha fatto registrare nell’anno 2018 solo in Italia un fatturato complessivo di ben 3,3 miliardi di euro (fonte FederSalus) e il sempre più crescente interesse da parte del consumatore, sono molti coloro che vogliono avviare un’attività commerciale di questo genere.
Che il mercato degli integratori alimentari nel bel paese fosse florido era cosa nota da tempo. Nell’anno 2018 l’86% di questa tipologia di prodotti sono stati venduti in farmacia, l’8,6% nelle parafarmacie e negozi specializzati e solamente il 5,4% tramite la grande distribuzione organizzata.
Viene quindi da pensare che valga la pena avviare un’attività in questo settore che si dimostra ogni anno sempre in costante crescita, ma quali sono le difficoltà per una Startup o per un professionista alle “prime armi”?
Integratori alimentari e vendita al dettaglio, i requisiti
Innanzitutto dobbiamo fare un distinguo tra commercio al dettaglio, quindi negozi di integratori su strada o online, e distribuzione all’ingrosso B2B.
Per quel che riguarda i primi due casi elenchiamo i requisiti essenziali per avviare questo tipo di attività con i necessari distinguo tra la vendita tradizionale e quella online, per cui:
- aprire una partita iva presso l’agenzia delle entrate;
- dichiarare al comune l’inizio attività;
- attendere visita della ASL di competenza che effettuerà i controlli sulla sede fisica (negozio, magazzino);
- rilasciato il nullaosta per la commercializzazione, il titolare dovrà acquisire il diploma HACCP o nominare un preposto;
- richiedere infine il certificato di libera vendita al Ministero della Salute.
Se la distribuzione online è effettuata in regime di dropshipping e quindi non si dispone di una sede fisica, allora non sarà necessario esaudire il punto 3, ovvero quello relativo al controllo da parte degli ispettori della ASL.
Questo è in sintesi l’iter burocratico da seguire sia per il dettagliante che per il grossista, ora passiamo invece alla fase successiva concernente la creazione di un proprio brand di integratori alimentari
Come creare un marchio di integratori alimentari?
Veniamo ora allo step successivo, descrivendo quello che è l’iter da seguire se si vuole creare un brand di prodotti propri da commercializzare al dettaglio e magari anche all’ingrosso.
Come afferma il Ministero della Salute, gli integratori alimentari e i prodotti addizionati con micronutrienti essenziali, in quanto alimenti, possono essere commercializzati esclusivamente dagli operatori del settore alimentare (OSA).
Ogni OSA, oltre a soddisfare i requisiti per gli stabilimenti di produzione e confezionamento, ha l’obbligo di registrare, ai sensi del Regolamento (CE) 852/2004, e deve necessariamente notificare, ogni struttura posta sotto il suo controllo che esegua una qualsiasi fase dello sviluppo, deposito, distribuzione e importazione di alimenti.
A meno che tu non voglia aprire uno stabilimento di produzione, puoi affidarti ad aziende specializzate nella produzione di supplementi dietetici ed erboristici conto terzi per creare la tua linea di prodotti.
Il problema però riguarda principalmente la fase di sviluppo iniziale del brand, poichè le pratiche burocratiche da espletare nonchè l’investimento elevato per lo sviluppo del primo lotto di produzione, mettono a dura prova il “portafoglio” delle Startup o comunque di tutte le figure professionali che si affacciano a questo nuovo e interessantissimo settore.
Tra le fasi principali di sviluppo necessarie per la creazione di un brand proprio di integratori alimentari, citiamo:
- la scelta del nome e la creazione grafica del marchio;
- la registrazione all’ufficio marchi e brevetti locale (consigliata ma non obbligatoria);
- l’elaborazione della formulazione;
- la veste grafica definitiva dell’etichetta da commercializzare;
- il controllo dell’etichettatura da parte di un consulente specializzato (è necessario rispettare le linee guida del Ministero della Salute per quel che concerne dosaggi e ingredienti consentiti);
- la notifica ministeriale, poichè la commercializzazione di qualsivoglia integratore alimentare deve essere preceduta dalla procedura di notifica ministeriale.
Mentre per le aziende che da anni operano nel settore quanto sopra citato fa parte della prassi comune, un professionista o comunque una ditta piccola non ancora esperta può trovare enormi difficoltà nell’espletare tutte le pratiche dovute senza incorrere in errori o problematiche burocratiche.
Ultimamente però anche in Italia alcune aziende specializzate nella produzione conto terzi stanno offrendo dei servizi di customing e private labelling su “misura”.
In tal senso ne sono un esempio i Laboratori Biosalts, realtà capitolina che da anni si occupa della ricerca e dello sviluppo per conto terzi di formulazioni innovative, in grado di offrire un servizio di consulenza e produzione completo per le piccole e medie aziende.