Il Bullo e l’investigatore privato
No, non è il titolo di un romanzo ma la realtà dei fatti, l’investigatore privato è sempre in prima linea anche nelle indagini inerenti al detestabile fenomeno del bullismo.
Sempre più famiglie sono costrette a rivolgersi ad un’agenzia investigativa al fine di tutelare i propri figli vessati dal bullo o dai bulli di torno, ed in Puglia la situazione non è migliore del resto d’Italia.
Perché le agenzie investigative pugliesi offrono servizi di controllo minori?
Perché gli investigatori privati, in Puglia, sono sempre più impegnati in indagini inerenti ad atti di bullismo?
Il Bullismo è purtroppo un problema presente in tutto il mondo, che in occidente risulta maggiormente evidente per via di principi morali e culturali che, almeno sulla carta, dovrebbero evitare il diffondersi dello stesso fenomeno.
In pratica però non è così, ed ogni anno sono centinaia le vittime del bullismo, quasi sempre ragazzi in età adolescenziale o preadolescenziale, che subiscono le vessazioni in ambienti scolastici ma anche all’esterno degli istituti.
l 29% degli adolescenti pugliesi si dichiara vittima di episodi di bullismo, vincendo quel muro di omertà che spesso blocca le vittime accrescendo il loro disagio e contribuendo a peggiorare la loro situazione psicofisica.
Il 73% degli adolescenti dichiara dice di aver assistito ad atti di bullismo, e ciò è allarmante.
I dati, raccolti nel programma #TeenExplorer, sono relativi agli anni 2018-2019 e sono il risultato delle risposte date da ben 2.851 studenti pugliesi tra gli 11 e i 17 anni, rispondendo in forma anonima ad un questionario.
I danni derivati dall’atto di bullismo possono essere devastanti sulla fragile psiche degli adolescenti, e compromettere irrimediabilmente la crescita e lo sviluppo del giovane adulto.
Alcuni episodi, come purtroppo ci istruiscono le cronache, sfociano in atti di autolesionismo delle vittime, che talvolta si trasformano in atti estremi di suicidio.
Negli ultimi anni la Puglia è stata palcoscenico di episodi di bullismo ripresi con i cellulari e “postati” su vari social network.
Questa pratica, anch’essa discutibile, ci ha concesso di comprendere quali atteggiamenti criminali si celino dietro simili comportamenti, come il “branco” operi traendo forza dal gruppo, e si scagli contro ragazzi e ragazze fragili, o contro anziani indifesi.
Purtroppo la cronaca pugliese relativa a queste barbarie, che non possono più essere ridimensionate dall’utilizzo di termini quali: ragazzata, bambinata, bravata ecc., si tinge spesso di nero, narrandoci la storia di vessazioni sfociate in suicidi e addirittura omicidi.
Controllo dei minori
Grazie alla sua formazione ed alla sua professionalità, l’investigatore privato è divenuto la figura chiave nella lotta al bullismo: colui che può provare l’esistenza degli atti vessatori, consentendo ai genitori di prendere seri ed immediati provvedimenti.
La nostra Puglia non ha bisogno di bulli ma di ragazzi in gamba, si, ragazzi ben diversi dai bulletti, che presi singolarmente e senza la protezione del branco ritornano ad essere semplici e comuni ragazzini.
L’unica rivoluzione che potrebbe porre fine al fenomeno del bullismo, è una rivoluzione culturale della Puglia.