Mimmo Parisi è uno degli scrittori italiani che riesce a sensibilizzare una platea ampia di lettori. Giovani e adulti riescono a trovare nella sua scrittura, se non risposte, almeno punti di vista passibili di approvazione. In questo maggio piuttosto umido e ‘affezionato’ a una coda invernale di difficile scardinamento, l’autore ha licenziato un nuovo romanzo che non mancherà di colpire i suoi sostenitori. Il titolo è La stella di Geq (LFA publisher, pag. 202) ed è stato pubblicato da pochi giorni, il 16 maggio 2019.
Il personaggio principale che si muove fra le pagine del narrato, è stato chiamato insolitamente Geq. Dalla scorta del romanzo si apprende che è la traduzione fonetica del più conosciuto e internazionale, Jack. Vale la pena segnalare che usare ‘Geq’ per ‘Jack’ è, da parte di Parisi, un escamotage letterario per indicare uno dei momenti cruciali del racconto.
Infatti, essendo il protagonista affetto da disabilità, nel passaggio di nome vi è uno scatto in avanti di incommensurabile portata: il superamento dei limiti che un destino acido e penalizzante gli ha assegnato alla nascita. In altre parole, il primo nome segnala il tentativo fallito di avere il proprio posto nel mondo; il secondo, è invece – con quel ‘Jack’ ben disegnato – la conquista definitiva del proprio destino.
Quella del personaggio principale che cerca di sciogliere i lacci che lo immobilizzano – e che, infine, è metafora applicabile a buona parte degli umani, combattuti tra mille problemi che invocano una soluzione – è una cifra stilistica abbastanza presente nella scrittura di Mimmo Parisi, romanziere bolognese di adozione, ma nato a Ceglie Messapica (Br).
Dell’autore si ricordano i romanzi più conosciuti, come Sono tornati i Braccialetti rossi; Il figlio del drago; Ti voglio bene come nei film e altri, con distribuzione Mondadori, Feltrinelli, Ibs.