Inflazione e crisi sono le due variabili che i gestori di fondi devono tenere in grande considerazione nei prossimi mesi. Questo al fine di comporre in modo equilibrato asset in oro e Treasury (ovvero i titoli di Stato americani).
Le differenze tra Oro e Treasury
In caso di fiammate dell’inflazione infatti, l’oro potrebbe portare dei guadagni sostenuti mentre invece i Treasury Usa probabilmente andrebbero in senso opposto. Esiste infatti una correlazione inversa tra il gold metal e i rendimenti dei bonds: se scendono i tassi l’oro sale e viceversa. Le migliori performance dell’oro si manifestano anche in occasione di shock imprevisti come guerre, attentati o altro. In sostanza l’oro protegge in caso di turbolenze sui mercati, mentre i treasury le soffrono.
Lo sprint primaverile del metallo prezioso
Tutto considerato, è quello che è accaduto di recente. Infatti a partire dalla fine di maggio, l’oro è stato il vero re dei mercati. Le quotazioni del metallo prezioso si sono spinte al rialzo di oltre 10 punti percentuali, attirando così l’attenzione di molti investitori “tecnici” per via del doppio massimo sul grafico di lungo periodo. L’incertezza che si respira riguardo alle prospettive dell’economia mondiale, ha funto da volano alla domanda di metallo prezioso che ha superato i 1400 dollari l’oncia.
Prospettive
Ma quanto potrà andare avanti? Dipende dai fattori su citati. Se non si verificheranno, allora l’oro dovrebbe performare peggio rispetto ai bond USA. Lo dimostrano i dati recenti. Negli ultimi 5 anni infatti, il rendimento in un Etf che replica i Treasury USA con scadenza compresa tra 7 e 10 anni avrebbe reso il 3,25% annuo (reinvestendo le cedole nello stesso Etf). Peraltro senza neanche evidenziare un andamento forte del proprio indicatore RSI. Il capitale investito in Etf oro fisico invece non avrebbe offerto un guadagno superiore al 0,95% annuo, dal momento che non ha cedola.
Se però le turbolenze dell’economia globale dovessero ancora manifestarsi, allora non è improbabile che l’oro possa continuare a dimostrarsi più solido rispetto ai Treasury.