A gennaio di quest’anno sono arrivati in Italia i primi vaccini contro il Covid-19, e di seguito si è appunto dato il via alle prime vaccinazioni.
Di conseguenza si è parlato dell’idea di poter istituire un passaporto sanitario, che verrà eventualmente consegnato a chi deciderà appunto di sottoporsi a questo nuovo vaccino, affinché possa andare al bar, al cinema, al ristorante, in palestra, insomma allo scopo di riprendere le comuni attività con tutta sicurezza.
Ma ad oggi si parla addirittura della possibile attuazione di una misura estrema, ovvero l’ipotesi che il datore di lavoro possa obbligare i propri dipendenti a farsi iniettare il vaccino per poter così continuare a lavorare in azienda, e farla perciò diventare un luogo sicuro.
Tale misura non può in alcun modo avere luogo, poiché il proprietario di un azienda non può obbligare i dipendenti né a effettuare il tampone, né tanto meno a sottoporsi al vaccino, ancor di più se sperimentale.
Chi afferma il contrario semplicemente non è ben informato. L’ordinamento giuridico, a tutt’oggi, è un corpo unico che non consente l’esistenza di norme che ne contraddicano i principi fondamentali.
Perciò se il titolare di un azienda privata o pubblica che sia, dovesse decidere di licenziare uno o più dipendenti per via della loro indisponibilità a farsi vaccinare, potrà incorrere in eventuali sanzioni o provvedimenti penali.
I dipendenti operanti nelle varie aziende italiane che temono di perdere il proprio posto di lavoro possono perciò stare tranquilli, e i proprietari delle aziende dovranno avere ben chiaro che il rifiuto a sottoporsi al vaccino per il Covid-19 non può essere motivo di licenziamento.
Bisogna tener conto del fatto che stiamo pur sempre parlando di un vaccino sperimentale, di cui non si conoscono gli effetti a lungo termine, su tale presupposto non può perciò essere permesso a nessuna azienda di interrompere un rapporto di lavoro giustificandolo con la mancata vaccinazione da parte del dipendente.
Licenziare perciò un individuo da un azienda, in questo caso può rappresentare un azione immorale e ingiusta e senza validi fondamenta visto e considerato che vi sono molti dubbi sulla validità di questo vaccino.
In questo caso i dipendenti delle aziende possono far valere i propri diritti, rivolgendosi anche a un sindacato, vi sono infatti molte norme che regolano il rapporto tra datore di lavoro e dipendente, e quest’ultimo non può essere licenziato senza un motivazione valida.
Il licenziamento per giusta causa prevede che alla base di tale decisione vi siano uno o più comportamenti da parte del dipendente che hanno causato o possono causare problemi all’interno dell’azienda.
Si parla ovviamente di situazioni in cui non vi è altra soluzione se non l’allontanamento di quest’ultimo dall’azienda.
Visto e considerato che non vi sono prove certe che il rifiuto di sottoporsi a tale vaccino possa realmente mettere in pericolo la salute dei clienti e dei lavoratori dell’azienda, non può in alcun modo rappresentare un motivo valido per cui possa avvenire il licenziamento di uno o più persone all’interno di tale azienda.
All’interno della Costituzione vi sono alcuni principi che non possono essere violati e perciò in opposizione a un eventuale obbligo di farsi vaccinare, da parte del datore di lavoro verso il personale.
Il dipendente nel caso si ritrovi a essere vittima di tale ingiusta situazione può appunto far ricorso in base ad alcuni principi della Costituzione che tutelano la sua persona e che sono inviolabili.
I proprietari delle aziende dovrebbero perciò essere al corrente di tali notizie e avere quindi rispetto di una decisione personale da parte del dipendente, come quella di scegliere di vaccinarsi contro il Covid-19 o meno.
Tuttavia bisogna precisare che le aziende in cui una parte del personale, se non addirittura per intero, non è stato sottoposto a tale terapia vaccinale, non necessariamente rappresentano un luogo poco sicuro per i futuri clienti, ovvero non è affatto detto che il vaccino sia sinonimo di sicurezza riguardo il tema della salute, e non vi sono prove che chi non effettua tale terapia sperimentale possa rappresentare un possibile pericolo per gli altri.
I cittadini italiani possono perciò stare tranquilli e andare ad acquistare i prodotti nelle varie aziende in tutta tranquillità.
Ogni azienda dovrebbe tener conto del fatto che non può porre in atto provvedimenti che violino la legge, non può perciò pensare di allontanare dal proprio corpo aziendale individui che hanno rifiutato di sottoporsi al vaccino, senza incorrere in gravi conseguenze. Al momento non vi è alcuna legge che possa far ritenere corretto questo comportamento.
Ogni dipendente dovrebbe essere al corrente di tale informazione, al fine di sapere che può sempre tutelare la propria persona, nel caso l’azienda in cui opera decidesse di prendere tale provvedimento.
Ogni azienda anche per il solo fatto che possa essere messa in dubbio la propria serietà, dovrebbe cercare di mantenere nei confronti dei propri dipendenti, comportamenti corretti, e sforzarsi di non far prevalere i propri motivi personali, nel caso si parli di un eventuale licenziamento, ma dovrebbe cercare di attenersi alle norme che regolano il rapporto tra le varie figure di un azienda.